domenica 22 dicembre 2019

Schopenhauer

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Egli nacque in Polonia nel 1788, figlio di un banchiere e di una nota scrittrice di romanzi. Le pressioni del padre affinché proseguisse la strada da lui segnata non ebbero successo e, iniziato all’amore per la letteratura dalla madre, proseguì gli studi di filosofia sino ad abilitarsi alla libera docenza. Il suicidio del padre e il turbolento e contraddittorio rapporto con la figura materna segnarono profondamente il suo pensiero, ben sintetizzato nella sua opera più famosa Il mondo come volontà e rappresentazione.La prima edizione del suo lavoro (1819) non riscosse alcun successo e solo vent’anni dopo vide la luce la ristampa deI mondo.Il motivo principale degli scarsi consensi accademici e di pubblico ricevuti risiedeva nell’avversione di Schopenhauer per la filosofia idealistica, molto in voga a quel tempo. In particolare, il filosofo era solito attaccare Hegel, appellandolo come un “sicario della verità”.Schopenhauer rivendicava la libertà e l’autonomia della filosofia e sfidava apertamente il successo di Hegel organizzando lezioni di filosofia nella stessa università, negli stessi giorni e agli stessi orari. Sino all'ondata di pessimismo che avvolse l'Europa dopo il 1848 Schopenahuer, però, non riuscì ad emulare o intaccare il successo del filosofo idealista.Mentre le aule universitarie erano sempre gremite in occasione delle lezioni di Hegel, solo pochi studenti frequentavano gli insegnamenti di Schopenhauer. A tal punto che quest’ultimo si difese osservando: “Io non ho scritto per gli imbecilli. Per questo il mio pubblico è ristretto”. Sul pensiero di Schopenhauer agirono fortemente le influenze: -  di  Platone e la sua teoria delle idee- del Romanticismo per quanto riguarda le tematiche dell’infinito, del dolore, dell’irrazionalismo e l’importanza assegnata all'arte)- della filosofia orientale (in particolare quella indiana buddista)- del criticismo di Kant.È, infatti, la distinzione kantiana tra fenomeno (la cosa come ci appare) e noumeno (la cosa in sé) a costituire il punto di partenza del pensiero di Schopenhauer.Quest’ultimo pensa infatti di aver capito qual è la via d’accesso per il noumeno, cioè la realtà che si “nasconde” dietro l’inganno, l’illusione e la parvenza del fenomeno. Solo il filosofo capace di interrogarsi sulla sua esistenza e sull’essenza della sua vita, secondo S., può riuscire a squarciare il “velo di Maya” (com’era chiamata, dalla sapienza indiana,la realtà illusoria che ci appare ai nostri occhi) e superare l’apparenza.
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