domenica 20 ottobre 2019

                                               
                                                 HEGEL



La Fenomenologia dello spirito di Friedrich Hegel può essere letta come un romanzo in cui il protagonista-eroe è lo spirito che, dopo travagliate vicende e ostacoli, perviene alla consapevolezza di essere tutta la realtà.
Con Spirito, Hegel intende l’Assoluto, l’Infinito, chiamato anche Ragione, Dio o Idea: è la totalità del reale in cui i singoli enti del mondo (il finito) sono nient’altro che momenti, parti del tutto infinito. Ma tale infinito non è una realtà statica, bella che data dall’inizio, ma si configura come un processo che si realizza con gradualità e che solo nell’uomo (spirito) acquista piena consapevolezza di sé. Per dirla in altri termini: nella Fenomenologia dello Spirito, Hegel ripercorre il cammino e le varie peripezie che lo Spirito, attraverso la coscienza umana, ha compiuto per uscire dalla sua individualità e riconoscersi come il tutto, unità di soggetto (uomo) e oggetto (le cose del mondo), finito e infinito, interno e esterno. Non a caso Hegel è l’esponente più importante della corrente filosofica chiamata idealismo in cui si nega l’autonomia della realtà che ci appare (fenomenica) ma la si concepisce come il riflesso, un momento, una creazione del soggetto, dello Spirito, dunque dell’uomo. “Tutto è Spirito” dicevano gli idealisti.   
L'opera è formata da:
  • COSCIENZA:  certezza sensibile, percezione, intelletto
  • AUTOCOSCIENZA: servo-padrone, stoicismo, scetticismo, coscienza infelice
  • RAGIONE: ragione osservativa, ragione attiva, individualità in sé e per sé
La coscienza è secondo Hegel la prima tappa dello spirito ed è la forma di basilare rapporto dell’uomo con la realtà: consiste nella sua capacità di concepire l’esterno, il mondo, come esterno e separato da sé.   
Con l'autocoscienza l’oggetto viene dunque percepito come non distaccato dal soggetto: ma siamo ancora in una forma embrionale di conoscenza di sé. 
Infine definisce la ragione come: “la certezza di essere ogni realtà”.
Nella seconda sezione della Fenomenologia dello Spirito, Hegel affronta l’ultima parte del cammino della coscienza per assumere la piena comprensione di sé. L’universalità agognata ma non raggiunta nella fase precedente è realizzata, invece, nella fase dello spirito: la ragione si incarna nelle istituzioni storico-politiche di un popolo, nello Stato. Non è l’individuo a fondare la realtà in cui vive ma, al contrario, è la realtà a fondare l’individuo.

I CAPISALDI del SISTEMA HEGELIANO

1) CONVINZIONE DELLA RAZIONALITÀ DEL REALE: per cui tutta la realtà coincide con il dispiegarsi progressivo di un principio razionale (l'idea o Assoluto) il quale è onnicomprensivo e non è sostanza ma processo. 
Dunque la sua verità si rivela alla fine, in cui si realizza la sintesi dei momenti precedenti.
Secondo Hegel la filosofia è descrizione di ció che è giá avvenuto e compresione della struttura razionale degli eventi (metafora della nottola di Minerva).
2) L'IDEA CHE LA VERITÀ COINCIDA CON IL TUTTO:
nel senso che non consiste in una considerazione parziale delle cose (astrazione) ma nella loro visione completa e globale infatti ogni cosa o aspetto del reale ha un senso che risiede nella sua relazione con tutti gli altri.
3) LA CONCEZIONE DIALETTICA DELLA REALTÀ E DEL PENSIERO:
secondo cui la realtá e il pensiero seguono la stessa legge di sviluppo che si compone di tre momenti:
- tesi : affermazione o posizione di un concetto astratto e limitato;
-antitesi : negazione della tesi;
- sintesi : negazione della negazione 

lunedì 7 ottobre 2019

                                                                          FICHTE
L'Idealismo etico di Fichte

Secondo il suo pensiero l'IO è un processo creativo e infinito che si articola in tre momenti:
- tesi: l'io pone se stesso -> si rivela come attivitá autocreatrice
- antitesi: l'io pone il non io -> produce l'altro da sè come oggetto e ostacolo indispensabile alla sua attività
- sintesi: l'io oppone nell'io, all'io divisibile un non io divisibile -> si particolarizza nei singoli io empirici e finiti contrapposti alle cose del mondo

Fichte sostiene che la natura e il mondo non possono esistere in modo indipendente dall'io, il quale poi pone il non-io e si determina come io empirico grazie all'immaginazione produttiva.

Il compito dell'uomo, secondo il suo pensiero, è quello di affermare la propria libertà, infatti il mondo esiste in funzione dell'attività dell'uomo e del suo atuperfezionamento, primato della vita morale rispetto a quella teorica.

-> L'uomo ha il suo fine nella società la quale ha l'obbiettivo di realizzare la completa unità di tutti i suoi membri grazie alle due leggi morali:
1) trattare gli altri come fini e mai come mezzi;
2) puntare al perfezionamento degli uomini tramite l'educazione per questo la missione del "dotto" consiste nel promuovere il progresso culturale e morale di tutte le classi sociali.
                                                                        SCHELLING


Il  pensiero di Schelling conosce varie fasi:a partire da un idealismo che già da spazio a un fattore di oggettività della natura, fino a giungere al compiuto riconoscimento della irriducibilità del reale alla ragione umana, che deve perciò piegarsi ad accogliere la Rivelazione di Dio, non più identificato con lo Spirito (umano) ma concepito come Mistero trascendente.
Quindi da un lato vi è la filosofia trascendentale, intesa come il superamento fichtiano del kantismo grazie a un’intuizione intellettuale del sovrasensibile, qui dell’io come fondamento dell’intero sapere, indimostrabile perché inoggettivabile. Dall’altro lato la filosofia della natura, a cui è indotto dalla necessità di spiegare il nesso tra l’uno incondizionato e la molteplicità condizionata ma anche da un autentico interesse per la fondazione filosofica delle più recenti scoperte scientifiche. la natura è concepita da Schelling come un organismo vivente e finalistico, la cui unità occulta  sarebbe il galvanismo  e la cui incessante produttività, grazie al meccanismo della polarità, e cioè alla continua azione reciproca di forze opposte (attrazione vs. repulsione, produttività vs. prodotto), sarebbe il riflesso e simbolo inconscio dell’altrettanto continua evoluzione dello spirito.